La tragedia del Vajont by Marco Armiero

La tragedia del Vajont by Marco Armiero

autore:Marco Armiero [Armiero, Marco]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EINAUDI
pubblicato: 2023-09-11T12:00:00+00:00


Probabilmente il tormento di Pancini andava al di là di una strategia difensiva volta ad attribuire ad altri le proprie responsabilità; il capocantiere del Vajont, infatti, si sarebbe tolto la vita il 24 novembre 1968, il giorno prima che iniziasse il processo. Gli avrebbe dato ragione, almeno in certa misura, l’avvocato di parte civile Giovanni Carloni. Nella sua arringa in Corte d’appello all’Aquila, Carloni si chiedeva come «l’insigne geologo» Penta avesse potuto autorizzare l’invaso a 700 metri malgrado avesse egli stesso suggerito di non superare quota 650 metri vista la possibilità, mai esclusa, di un evento franoso di dimensioni catastrofiche52. Il documento processuale 1757/20 riportava una riunione al Vajont con Pancini, Müller, Semenza, Linari e altri del 15-16 novembre 1960 nella quale si escludeva un invaso superiore ai 650 metri per evitare che la frana potesse causare «un’onda estremamente pericolosa»53.

Ma ancora piú eloquente il documento processuale indicato con il numero 1999/67; al fianco di un disegno fedele della zona della frana, Biadene aveva annotato di suo pugno: «invaso: no, perché altrimenti il movimento della frana diventerebbe incontrollabile». E ancora in questo stesso documento, evidentemente uno dei pilastri dell’accusa, Biadene scriveva che l’innalzamento dell’acqua nel bacino era pericoloso per il colpo dinamico che una frana veloce – e quest’aggettivo era sottolineato dall’ingegnere – avrebbe provocato54. Era il 1960. Il documento 1999/67 confligge con una deposizione del Biadene del novembre 1963 che invece insisteva sulla assoluta mancanza di consapevolezza sull’entità della frana:

Io e i miei collaboratori quando abbiamo seguito l’andamento del fenomeno abbiamo sempre detto: qui siamo di fronte a quello che diceva Dal Piaz […] insomma avremmo avuto una serie di scoscendimenti; piccole frane. [...] Io, con l’ing. Semenza abbiamo ricominciato ad andar su con l’acqua, fino all’ottobre del 1961, abbiamo visto che le cose si mettevano in una maniera tale da non dar luogo ad accelerazioni tali da poter pensare al peggio, ma che sempre avremmo avuto dei piccoli scoscendimenti55.



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